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I Pink Floyd attaccati (ingiustificatamente) sui social, i colori di The Dark Side Of The Moon scambiati l'arcobaleno LGBTQ+

Redazione Virgin Radio

Per alcuni utenti sul web l'arcobaleno nel nuovo logo sarebbe una presa di posizione sociale da parte della band

La copertina di The Dark Side of the Moon, ottavo album dei Pink Floyd uscito il 1 marzo 1973 è una delle immagini più famose nella storia del rock. L’album è una riflessione sui temi dell’esistenza come il tempo, la follia, l’avidità, la band chiede una grafica “semplice e coraggiosa” al designer Storm Thorgerson, amico di infanzia di Roger Waters e fondatore nel 1968 della società Hipgnosis insieme a Aubrey Powell e Hipgnosis (l’idea è di George Hardie) crea un prisma di vetro nero che riflette un raggio di luce componendolo nei sei colori primari di un arcobaleno (tranne l’indaco).

L’ispirazione viene da un illustrazione fatta da Alex Steinweiss nel 1942 per promuovere l’esecuzione del Concerto per Pianoforte n.5 di Beethoven fatta dalla New York Philarmonic. Il fascio di luce riflesso dal prisma continua nell’interno di copertina, scorre sotto i testi dell’album e diventa un grafico del battito cardiaco, mentre sul retro del vinile un secondo prisma rovesciato ricompone il raffio di luce.

Un’immagine potentissima, simbolica e graficamente perfetta con il contrasto tra colori e nero, il richiamo allo spazio e alle sensazioni fisiche dell’esperienza umana, che i Pink Floyd scelgono subito tra le sette idee proposte d Hipgnosis. “Volevamo celebrare gli show di luci che facevano sul palco durante i concerti, e la forza dell’immagine del triangolo come simbolo di temi molto presenti nei testi di Roger Waters, come l’ambizione umana, la riflessione sull’esistenza, il lato oscuro della mente" ha detto Storm Thorgerson.

Per celebrare i 50 anni di The Dark Side of the Moon, i Pink Floyd hanno annunciato l’uscita di un box set il 24 marzo, e hanno rinnovato il logo sulle loro pagine web e social, con la scritta “50 anni in un battito di cuore”. Non potevano immaginare che sui social, qualcuno potesse scambiare l’arcobaleno del nuovo logo (in cui manca sempre il colore indaco) per la bandiera simbolo del movimento per i diritti LGBTQ +.

I commenti delle persone che hanno attaccato la band dimostrano come oggi, 50 anni dopo l’uscita dell’album più profondo della loro carriera, le riflessioni dei Pink Floyd sulle deviazioni della società contemporanea e la descrizione ironica, surreale e disincantata dei lati peggiori dell’animo umano fossero assolutamente giuste e in anticipo sui tempi.

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